Il fascino dei luoghi abbandonati è condiviso da tanti. Tonino Guerra diceva di adorarli perché li faceva rivivere con l’immaginazione. Pupi Avati ci ha girato film iconici come la Casa dalle Finestre che Ridono. Ma a ben guardare, raccontano la storia di un’apocalisse. Marco Revelli la definisce la terza catastrofe dopo le due guerre: un intero popolo ha abbandonato le montagne e le terre contadine con il mito dele città.
Ma negli ultimi anni, si è registrato un ritorno.
Un viaggio lungo la spina dorsale dell’Italia, l’appennino, alla scoperta dei resilienti, di chi ha scelto di riabitare le case dei propri nonni, ripristinando antichi lavori e tradizioni, oppure inventando nuove attività. Un viaggio che è anche la riscoperta dei suoni perduti, della linea di congiunzione tra antichi riti e modernità.
E poi, dal cuore delle montagne, ci spingiamo verso il Po, tra bizzarri abitanti e storie di bellezze nascoste, e poi via, nel mare, nella direzione opposta a quella dei migranti.
Il tutto intrecciato con canti e voce narrante di Alessandro Scillitani, Marco Macchi al pianoforte, Stefano Ferrari al violino, Tommi Prodi alla chitarra e Mimmo Fontana alle ritmiche.